Dopo la Francia, anche il governo inglese lancia nuove misure finalizzate ad aumentare i livelli occupazionali – e, dunque, dirette a favorire la ripresa economica post-covid – attraverso il “Government’s Plan for Jobs”, un piano che illustra le iniziative prese dal governo per stimolare la creazione di posti di lavoro nel Regno Unito.
I principali destinatari del piano in questione sono i giovani: si prevedono, infatti, nuovi e più vantaggiosi incentivi a favore delle imprese che assumano – dal 1° agosto 2020 al 31 gennaio 2021 – nuovi giovani attraverso il contratto di apprendistato. Per tali nuove assunzioni viene offerto ai datori di lavoro interessati – per imprese di qualsiasi dimensione, che abbiano presentato richiesta mediante apposito portale messo a disposizione del Governo – un incentivo economico in denaro pari a £2,000 per ogni nuovo apprendista assunto di età inferiore ai 25 anni e £1,500 per ogni nuovo apprendista di età pari o superiore a 25 anni. L’incentivo si applica anche ai soggetti che precedentemente hanno già avuto un rapporto di apprendistato, ma che siano stati licenziati a causa della pandemia, purché siano assunti in una nuova impresa. Il denaro potrà essere destinato per supportare i costi di assunzione in capo al datore di lavoro: ad esempio, per coprire i costi di reclutamento, le spese di viaggio o anche per pagare la retribuzione dell’apprendista. Questa nuova misura a favore delle imprese si aggiunge a quella già esistente in Inghilterra, che prevede un aiuto di £1,000 per l’assunzione di nuovi apprendisti di età compresa tra 16 e 18 anni e per quelli di età inferiore a 25 anni che abbiano aderito ad un “piano educativo, sanitario ed assistenziale”.
Inoltre, nello stesso “piano per l’occupazione” il governo inglese ha annunciato una serie di aiuti aggiuntivi sempre in favore dei giovani: un aumento di £111 milioni al budget già previsto, per triplicare il numero di tirocini disponibili in tutta l’Inghilterra – al fine di garantire che i più giovani soggetti tra i 16 ei 24 anni possano acquisire le competenze, l’esperienza e la sicurezza necessaria per entrare nel mondo del lavoro – e lo stanziamento di altri £111 milioni per sostenere gli studenti che abbandonano la scuola o l’università e che, dunque, sono a rischio disoccupazione, per il finanziamento a totale copertura dei costi di un anno di formazione extra-scolastica.
Il rilancio dell’apprendistato in Inghilterra parte quindi da queste nuove misure e, forse, ancor di più da queste dichiarazioni di promozione dell’istituto contrattuale da parte di Gillian Keegan, Minister for Apprenticeships and Skills, che ha così commentato i nuovi incentivi: “Riconosciamo l’enorme impatto che il coronavirus ha avuto su lavoratori e aziende nel nostro paese. Attraverso il nostro piano per l’occupazione abbiamo intrapreso misure senza precedenti per proteggere, sostenere e creare posti di lavoro, inclusa la creazione di opportunità di apprendistato per aiutare la nostra economia a muoversi. L’apprendistato gioca un ruolo cruciale nello sviluppo delle competenze di cui le persone hanno bisogno, in particolare i giovani, mentre cercano lavoro in questi tempi difficili. Incoraggio vivamente il maggior numero possibile di datori di lavoro a candidarsi ora e ad approfittare di questa generosa offerta”.
Dichiarazioni senza dubbio apprezzabili, che tendono sicuramente a dare un valore di primaria importanza al ruolo dei giovani nella società odierna e futura, per l’effettivo inizio di un processo di promozione della “cultura alla formazione” che, attualmente, in Italia sembra non essere valorizzata quanto dovrebbe. A riprova di quanto detto, infatti, è bene evidenziare che nella nota sul secondo trimestre del 2020, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha registrato un calo significativo delle attivazioni dei contratti di apprendistato – la cui crescita si era già interrotta nel primo trimestre 2020 – pari al 56% in meno rispetto allo scorso anno. La decrescita più elevata tra le tipologie contrattuali.
Simili investimenti restano, nonostante l’evidente ritardo, auspicabili – oltre che necessari – anche nel nostro Paese. L’esempio inglese dimostra come l’incentivo economico possa essere – in particolar modo nell’odierna situazione di crisi che il mondo sta attraversando – un elemento cruciale per favorire e incoraggiare i datori di lavoro ad attivare contratti di apprendistato. Indubbiamente, l’introduzione di ulteriori incentivi economici dedicati all’apprendistato e all’occupazione giovanile anche in Italia dovrebbe essere accompagnata da un diversa attenzione alla promozione dell’istituto da parte del mondo istituzionale, come accaduto nel Regno Unito, ma anche e soprattutto da un diverso e maggiore dinamismo delle parti sociali, per favorire un vero e proprio cambio di rotta culturale, in grado di portare ad un ripensamento dell’apprendistato quale prezioso strumento per la formazione e per l’accompagnamento dei giovani al loro primo ingresso nel mondo del lavoro, utile anche per la costruzione di profili professionali innovativi capaci di generare, grazie alle loro competenze, quello sviluppo economico e sociale di rilevanza cruciale in questo momento di trasformazione e ripresa.
Laureato in Consulenza del Lavoro e Relazioni Industriali
Università degli Studi di Foggia